di Alessandra Petrucci – Rettrice dell’Università degli Studi di Firenze “Il futuro non è più come una volta“. Questo verso del poeta Mark Strand non è mai stato tanto attuale. Entro il 2040, se verranno consolidate le tendenze attuali, nel nostro Paese gli individui con oltre 50 anni saranno più della metà della popolazione e quelli con più di 75 anni saranno il 20%, cioè un quinto del totale. Un futuro inedito nella storia dell’umanità. Per la nostra, e per qualunque altra società del Pianeta. Tuttavia, non bisogna lasciarsi andare alla scoraggiante narrazione dell’inverno demografico e delle culle vuote. In Italia si vive più a lungo e meglio, e la sfida è rendere significativo quel “giorno in più” nella vita delle persone. Il futuro verrà plasmato dalle scelte di questi anni e richiede speranza, grande visione e soluzioni innovative per consegnarci un Paese competitivo sullo scenario globale, sostenibile ed in salute, anche dal punto di vista industriale ed economico, inclusivo per tutte le età e con il giusto equilibrio intergenerazionale. Si basa su queste premesse e su questi obiettivi l’ambizioso programma Age-It – Ageing Well in an Ageing Society, finanziato dal PNRR, che punta a rendere l’Italia un punto di riferimento a livello mondiale per la ricerca scientifica sulla longevità. Con la guida dell’Università di Firenze abbiamo riunito oltre 500 esperti e ricercatori con competenze interdisciplinari che vanno dalle scienze sociali a quelle biomediche e tecnologiche. Abbiamo coinvolto in un partenariato esteso atenei, aziende private, istituzioni pubbliche, società civile ed eccellenze in tutto il Paese per trasferire i risultati delle ricerche sul mercato e generare valore per la nostra economia. Elementi fondanti di Age-it sono la scienza dei dati e l’analisi della longevità, non solo in forma individuale, ma legata al contesto sociale. L’orizzonte delineato dal Patto per un “futuro migliore” dell’ONU e dall’approfondimento su prevenzione e invecchiamento attivo del prossimo G7 Salute ad Ancona, rappresenta la cornice per la creazione di un Istituto Italiano per il Futuro della Popolazione, un laboratorio che promuova una società inclusiva per tutte le generazioni. Le prime sfide sono chiare: il crescente peso sulla sanità pubblica e sul sistema previdenziale. La sostenibilità del nostro sistema dipenderà dalle scelte che faremo oggi. In Italia si fanno sempre meno figli. Questo fenomeno dipende da due fattori: dalla volontà degli individui di diventare genitori e dal contingente di popolazione in età riproduttiva. Sul primo punto l’evidenza scientifica e l’esempio di altri Paesi europei ci mostra che interventi e politiche di stampo “pronatalista” – come baby bonus, incentivi specifici o sgravi fiscali per le famiglie, simili a quelli che il Governo sembra intenzionato a introdurre nella prossima Legge di Bilancio – rappresentano un buon punto di partenza, ma non sono sufficienti per risolvere il problema. Sono la stabilità lavorativa, e fonti di reddito dignitose e senza squilibri di genere, a fare davvero la differenza. Non è casuale che il timido aumento dei tassi di fecondità, tra il 1996 e il 2008, fu stroncato dalla “grande recessione” degli anni successivi. Per affrontare il secondo punto, almeno nel breve e medio periodo, non si può non avviare una riflessione anche sulle politiche migratorie. Un altro aspetto cruciale è la responsabilità dell’invecchiamento della popolazione. Age-it e le sue dieci aree tematiche di ricerca integrata lavorano su biologia dell’invecchiamento, terapie e trattamenti innovativi e tecnologie avanzate con una nuova visione positiva che tenga insieme salute, socialità, economia, politica e cultura. Con anziani attivi e coinvolti. Con case e città ripensate in quest’ottica. Con nuove opportunità di sviluppo che nasceranno dalla silver economy a patto che si rimetta in discussione il paradigma istruzione-lavoro-pensione a cui siamo abituati, magari con pause intermedie per gestire meglio i periodi più intensi di cura dei figli e degli anziani, sapendo di avere più tempo, e più futuro, per recuperare in termini di carriera e di guadagno. Sono queste, e molte altre ancora, le grandi sfide e le opportunità a cui lavora il progetto Age-it e che potranno continuare a vivere nell’Istituto Italiano per il Futuro della Popolazione: un punto di riferimento internazionale per disegnare un domani migliore. Articolo pubblicato il 4 ottobre 2024 dal quotidiano ©Il Sole 24 Ore – Tutti i diritti riservati