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Bridging Health, Care, and Tech Innovation in Europe’s Longevity Transition – Policy Briefing by Age-It scholars Marco Albertini, Filippo Cavallo and Antonio Cherubini

L’Europa non si trova più di fronte a un futuro in cui l’invecchiamento della popolazione è solo una previsione: è una realtà strutturale. Come osservano gli autori dello studio di Population Europe, «l’invecchiamento sta diventando non più un forecast ma una caratteristica definitoria delle nostre società». population-europe.euQuesto mutamento demografico impone di ripensare non solo i modelli di cura, ma l’intero ecosistema che connette salute, assistenza sociale e tecnologie. Lo studio mette in luce tre grandi “contraddizioni” che frenano la realizzazione del potenziale delle “società della longevità”: a) la separazione tra salute e assistenza sociale; b) il divario tra prevenzione e trattamento; c) la disconnessione tra promesse dell’innovazione tecnologica e l’effettiva accessibilità. population-europe.eu Il quadro attuale: trasformazione demografica e sistemi fragili Variabili demografiche mostrano che in molti paesi europei aumentano i nuclei familiari unipersonali, le coppie senza figli, e la mobilità geografica delle persone. Questi cambiamenti incidono profondamente su chi eroga e su chi riceve assistenza. population-europe.euLa conseguenza è che, anche ipotizzando risorse finanziarie maggiori, non ci saranno abbastanza persone disponibili a fornire assistenza se tutto rimane com’è. Lo studio avverte che i sistemi attuali — fortemente frammentati tra livelli istituzionali e logiche di policy diverse — già lasciano ampie “zone grigie” dove gli anziani finiscono per cadere. population-europe.euIn sintesi: gli strumenti esistenti sono sempre meno adatti per una società che invecchia, e la sostenibilità del sistema dipenderà non solo da incrementi di bilancio ma da cambiamenti strutturali. La promessa e il paradosso dell’integrazione tra sanità e assistenza sociale Uno dei capisaldi della proposta è l’integrazione tra servizi sanitari e sociali: un obiettivo che tiene spazio nell’agenda politica europea. Tuttavia, lo studio sottolinea che l’integrazione non è una panacea e quando progettata male può peggiorare la situazione. Ad esempio, viene richiamato il caso del sistema finlandese: dopo l’integrazione di sanità e assistenza domiciliare, ciò che è emerso è stato principalmente “home nursing” (assistenza infermieristica) mentre l’assistenza sociale vera e propria è stata assorbita in compiti medici, con il rischio di trascurare le dimensioni sociali della cura. population-europe.euUn punto critico: l’integrazione rischia di ossificarsi in una logica medico-centrica, trascurando il “prendersi cura” nel senso ampio, che include il domicilio, la comunità, la socializzazione, i contesti di vita quotidiana. Il potenziale della tecnologia: opportunità e ostacoli Lo studio evidenzia la necessità di “rafforzare l’uso della tecnologia in modo inclusivo e responsabile”. population-europe.euLa tecnologia può permettere: monitoraggio remoto, assistenza domiciliare, predictive analytics, soluzioni per l’invecchiamento attivo. Ma l’adozione su scala è fragilissima: altri studi lo confermano, segnalando che molti sistemi europei non sono costruiti per “assorbire” l’innovazione. MedTech Europe+1Tra i principali ostacoli: burocrazia, costi delle tecnologie, formazione del personale, mancanza di infrastrutture digitali mature. Deloitte United KingdomInoltre, la tecnologia rischia di ampliare le disuguaglianze se solo chi è “attrezzato” – digitalmente, socialmente, economicamente – vi accede. Lo studio lo sottolinea come paradosso: grande promessa, ma rischio di esclusione. Raccomandazioni principali dello studio Gli autori Marco Albertini, Filippo Cavallo e Antonio Cherubini, ricercatori Age-It, propongono una serie di interventi strutturali che vanno oltre la mera implementazione tecnologica o la modifica di singoli processi sanitari: Riprogettare i sistemi integrati, tenendo insieme sanità e assistenza sociale, e garantendo che il “sociale” non venga derubricato a mero compito medico. Favorire modelli centrati sulla persona, ed evitare che l’assistenza agli anziani diventi un insieme di tecnicalità sanitarie comportando la perdita delle componenti relazionali, comunitarie e quotidiane. Sostenere i caregiver, formali e informali, riconoscendo che il cambiamento demografico richiede non solo più risorse, ma organizzazione differente e supporti adeguati. Tecnologie inclusive, con politiche che garantiscano il diritto all’innovazione anche per persone “tradizionalmente escluse” dal digitale o dai sistemi di assistenza. Una visione preventiva e di lungo termine, non solo curativa e a breve orizzonte. Lo studio ribadisce che l’equilibrio tra prevenzione e trattamento è fondamentale. population-europe.eu Implicazioni per il progetto AGE-IT e la silver economy Per il progetto AGE-IT, che ha al centro i bisogni, i consumi e i servizi per over 65 in contesti territoriali italiani, lo studio offre spunti rilevanti: Serve orientarsi verso soluzioni che mettono al centro la persona e le sue relazioni — non solo l’anziano come “cliente di un servizio”. È cruciale considerare come la tecnologia possa attivare nuovi modelli di servizio (es. monitoraggio domiciliare, comunità digitali) ma al contempo come evitare che queste soluzioni restino appannaggio di pochi. Un approccio che abbracci prevenzione e promozione della salute, non solo cura delle patologie esistenti, è coerente con l’orizzonte “longevità” piuttosto che “anzianità”. Il tema dell’integrazione tra assistenza sanitaria e sociale è centrale anche per la silver economy: i servizi ai grandi anziani vanno progettati pensando alla complessità delle loro vite — isolamento, minor rete parentale, fragilità digitali, mobilità ridotta. Critiche e punti da affinare È opportuno evidenziare alcune limitazioni o punti che richiedono ulteriori approfondimenti: L’analisi resta a livello macro-europeo: le specificità nazionali (italiane, regionali, locali) possono divergere significativamente — per il contesto italiano occorre adattare le raccomandazioni. Il salto dall’innovazione tecnologica a modelli di servizio scalabili rimane infatti poco trattato nello studio: mancano esempi concreti su repliche e diffusione su larga scala. Questo tema è sottolineato anche da altre fonti: “innovazione → pilota → scala” è spesso un gap. MedTech Europe+1 Anche il tema della finanziabilità e della sostenibilità economica dei modelli “longevità” va esplorato più a fondo: come assicurare i costi nel lungo termine, come valutare il ritorno sociale ed economico dell’investimento. Serve più attenzione al divario digitale e alla capacità dei sistemi locali (in Italia e altrove) di assorbire tecnologia e integrazione, compresa la formazione del personale, le infrastrutture, e la governance. Conclusione Lo studio di Population Europe ci invita a ripensare i sistemi di cura, assistenza e tecnologia in un’ottica coerente con le “società della longevità”. Non basta aggiungere risorse né implementare tecnologie: è necessario riprogettare il modo in cui sanità, assistenza sociale e tecnologie si integrano e servono le persone in età avanzata.Per il progetto AGE-IT questo significa puntare su modelli centrati sull’utente, promuovere innovazioni che siano inclusive, favorire l’integrazione tra settori e tenere conto tanto della dimensione preventiva

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“Age-itiamoci! Invecchiare bene in una società che invecchia” – 1 ottobre 2025, Bologna

In occasione della Giornata Mondiale delle Persone Anziane, mercoledì 1 ottobre 2025 si è svolto a Bologna, nella suggestiva cornice della Cappella Farnese di Palazzo D’Accursio, l’evento “Age-itiamoci! Invecchiare bene in una società che invecchia”, un incontro pubblico dedicato ai temi della longevità, della salute e dell’invecchiamento attivo. Promosso nell’ambito del progetto PNRR Age-It – Ageing Well in an Ageing Society, con il patrocinio dell’Università di Bologna e del Comune di Bologna, l’evento ha rappresentato un’importante occasione di dialogo tra scienza, istituzioni e cittadinanza, con l’obiettivo di condividere conoscenze e prospettive sulle sfide e le opportunità di una società che invecchia. Organizzato dai ricercatori Stefano Salvioli e Maria Conte del Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale (DIMES) dell’Alma Mater, e moderato dal divulgatore Patrizio Roversi, l’incontro ha riunito esperti di discipline diverse – dalla biologia all’epidemiologia, dalla medicina alla sociologia – impegnati nel progetto nazionale Age-It. Attraverso un linguaggio accessibile e un approccio divulgativo, i relatori hanno illustrato le più recenti ricerche sui meccanismi biologici dell’invecchiamento, le strategie di prevenzione delle fragilità e le politiche per l’invecchiamento attivo, mettendo in luce come le conoscenze scientifiche possano tradursi in interventi concreti per migliorare la qualità della vita nelle età più avanzate. La discussione ha evidenziato la necessità di una visione integrata dell’invecchiamento, che superi la separazione tra salute, ambiente sociale e innovazione tecnologica, e che promuova la partecipazione attiva delle persone anziane alla vita collettiva. In questo quadro, il programma Age-It si conferma un laboratorio nazionale di ricerca e innovazione dedicato a comprendere e accompagnare la trasformazione demografica in corso, con un approccio interdisciplinare e inclusivo. “Age-itiamoci!” ha così offerto non solo un momento di divulgazione scientifica, ma anche un’occasione di partecipazione civica, rafforzando il legame tra ricerca e comunità e riaffermando il ruolo della conoscenza come strumento per costruire una società più equa, longeva e consapevole.

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Trieste NEXT, 26 settembre 2025: Invecchiamento attivo e neuroscienze: dalla ricerca alla pratica quotidiana

Il 26 settembre 2025, nell’ambito del festival Trieste Next – il Festival della Ricerca Scientifica di Trieste – si è tenuto il panel “Invecchiamento attivo: neuroscienze in pratica”, a cura della SISSA (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati) in collaborazione con il partenariato esteso AGE-IT – Ageing Well in an Ageing Society. L’incontro, ospitato presso la Sala Biasutti della Regione Friuli Venezia Giulia, ha rappresentato un importante momento di confronto tra ricerca scientifica e pratiche di vita quotidiana per promuovere un invecchiamento sano, autonomo e socialmente attivo. Il dibattito ha affrontato una delle principali sfide dell’invecchiamento demografico: il declino cognitivo, che può compromettere memoria, attenzione e capacità di adattamento. Al centro della discussione, la riserva cognitiva – la capacità del cervello di compensare gli effetti dell’età attraverso esperienze formative, stimoli intellettuali e relazioni sociali – è stata descritta come un vero e proprio fattore di resilienza cerebrale. Gli esperti hanno sottolineato come elementi quali l’istruzione, l’esercizio cognitivo, la qualità del sonno e la vita attiva possano incidere positivamente sulle funzioni mentali, contribuendo a preservare autonomia e benessere nelle età più avanzate. Sono intervenuti Ariella Cuk, presidente di Lunga Vita Attiva Trieste; Sara Mondini, docente di Psicologia all’Università di Padova; ed Enrico Sella, psicologo e ricercatore del Dipartimento di Psicologia generale dello stesso Ateneo. A moderare l’incontro Stefania Lucia, psicologa e ricercatrice del Laboratorio di Neuroscienze Cognitive della SISSA, che ha guidato il dialogo tra prospettive scientifiche e applicazioni pratiche. L’evento ha messo in luce il valore della collaborazione tra scienza, tecnologia e società nel costruire modelli di longevità attiva basati su evidenze neuroscientifiche. Dalla ricerca emergono indicazioni concrete: stimolare mente e corpo, mantenere una vita relazionale ricca, e promuovere ambienti cognitivamente ed emotivamente stimolanti. L’incontro di Trieste Next ha così offerto una prospettiva interdisciplinare e operativa su come le neuroscienze possano contribuire a una società più longeva, consapevole e capace di valorizzare tutte le fasi della vita.

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Simposio nazionale “Tackling and overcoming non-response in cohort and survey studies”, 26 novembre 2025, Solna (Svezia)

Il prossimo 26 novembre 2025 si terrà a Solna, presso il Biomedicum Eva & Georg Klein del Karolinska Institutet, il simposio nazionale “Tackling and overcoming non-response in cohort and survey studies”, promosso congiuntamente dalle infrastrutture di ricerca NEAR (National E-infrastructure for Aging Research) e REWHARD (Relations, Work and Health across the life-course – A Research Data Infrastructure). L’incontro, aperto alla comunità scientifica e agli stakeholder istituzionali, si svolgerà in modalità ibrida con partecipazione gratuita, previa iscrizione entro il 17 novembre 2025. Al centro del dibattito, uno dei temi metodologicamente più rilevanti per la ricerca sull’invecchiamento: il fenomeno del non-response, ossia la progressiva riduzione dei tassi di risposta nei sondaggi e negli studi di coorte, che può compromettere la rappresentatività dei dati e la solidità delle conclusioni scientifiche. Il simposio offrirà un’occasione di confronto tra esperti, ricercatori e decisori pubblici per analizzare le cause della diminuzione della partecipazione e discutere strategie efficaci per contrastarla. La prima parte dei lavori sarà dedicata all’esame delle principali determinanti del calo delle risposte, con interventi di Nicklas Källebring (IPSOS Public Affairs), Sebastian Lundmark (SOM Institute) e Dan Hedlin (Università di Stoccolma), moderati da Serhiy Dekhtyar e seguiti da una tavola rotonda coordinata da Hugo Westerlund (REWHARD). Nella seconda sessione verranno presentate esperienze concrete di ricerca su larga scala, con relazioni sui programmi SNAC (Swedish National Study on Aging and Care), CLSA (Canadian Longitudinal Study on Ageing), ELSA (English Longitudinal Study of Ageing) e SHARE (Survey of Health, Ageing and Retirement in Europe). Questi contributi illustreranno approcci differenti alla gestione del non-response e al recupero dei partecipanti nei follow-up longitudinali, evidenziando come incentivi, strategie comunicative e metodologie statistiche possano ridurre gli effetti del bias e migliorare la qualità complessiva dei dati raccolti. L’iniziativa si inserisce nel più ampio dibattito internazionale sulla qualità e la sostenibilità dei sistemi informativi dedicati all’invecchiamento, tema di grande interesse anche per il programma AGE-IT. La capacità di mantenere nel tempo tassi elevati di partecipazione rappresenta infatti una condizione indispensabile per produrre evidenze solide e comparabili sui processi di longevità, salute e inclusione sociale. Il programma prevede un approfondimento sulle cause del calo dei tassi di risposta negli studi longitudinali e campionari, con la presentazione di strategie e buone pratiche per gestire la non-risposta. La partecipazione è gratuita, previa registrazione. È possibile registrarsi entro il 17 novembre cliccando QUI      

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Advancing Healthy Ageing: A Policy Agenda for Longevity Societies

Il portale Population Europe ha recentemente pubblicato il contributo “Advancing Healthy Ageing: Policy Agenda for Longevity Societies”, un’analisi che propone orientamenti e priorità per le politiche pubbliche europee dedicate all’invecchiamento in salute. Il documento invita governi, istituzioni e comunità scientifica a considerare la longevità come una trasformazione strutturale della società, e non solo come una sfida sanitaria o demografica. Un’agenda politica per l’invecchiamento in salute Il testo sottolinea la necessità di costruire un’agenda politica coerente e proattiva capace di integrare il tema della salute lungo tutto l’arco della vita. L’invecchiamento viene descritto come un processo che riguarda l’intera popolazione e che richiede una risposta coordinata tra settori, politiche e livelli di governance. Secondo Population Europe, le società longeve devono affrontare il cambiamento demografico con strumenti che valorizzino il potenziale delle persone anziane, promuovendo la loro partecipazione attiva e garantendo condizioni di salute e benessere adeguate. Le persone anziane come risorsa per le società europee Uno dei messaggi centrali del documento è il riconoscimento del contributo delle persone anziane alla vita economica e sociale. La longevità, se sostenuta da buone condizioni di salute, può rappresentare un’opportunità di crescita e coesione, anziché un fattore di pressione sui sistemi di welfare. Promuovere l’invecchiamento in salute significa quindi creare le condizioni perché le persone anziane possano continuare a svolgere ruoli attivi nelle famiglie, nelle comunità e nei contesti lavorativi e di volontariato. Disuguaglianze e accesso ai servizi Il documento evidenzia che l’esperienza dell’invecchiamento non è uniforme: disuguaglianze economiche, territoriali e di genere influenzano profondamente le condizioni di salute e la qualità della vita nella tarda età. Per questo motivo, le politiche devono mirare a ridurre i divari che separano i diversi gruppi sociali, assicurando pari accesso ai servizi sanitari, alle opportunità di prevenzione e ai contesti di sostegno sociale. Un approccio inclusivo all’invecchiamento in salute è considerato essenziale per la coesione delle società europee. Il ruolo della ricerca e dell’evidenza Population Europe richiama con forza l’importanza di basare le decisioni politiche su dati e prove scientifiche. La ricerca demografica e sociale rappresenta uno strumento indispensabile per comprendere le dinamiche dell’invecchiamento, monitorare l’efficacia delle politiche e orientare le risorse in modo più efficiente. Un uso sistematico dei dati e della valutazione d’impatto permette di identificare buone pratiche, misurare i progressi compiuti e correggere le strategie dove necessario. Cooperazione e integrazione tra settori Un altro elemento chiave del documento è la necessità di integrare le politiche per l’invecchiamento tra diversi settori e livelli amministrativi — sanitario, sociale, abitativo, educativo e occupazionale.Solo attraverso un coordinamento tra istituzioni nazionali, regionali e locali è possibile garantire continuità negli interventi e un approccio coerente alle sfide poste dalla longevità. Questa prospettiva mira a costruire sistemi di governance più coesi e orientati alla salute pubblica, capaci di affrontare il tema dell’invecchiamento non come emergenza ma come processo strutturale e permanente. Un quadro di orientamento, non un piano operativo Il testo non presenta un elenco di misure concrete, ma piuttosto una cornice strategica che invita alla collaborazione tra governi, enti di ricerca e società civile. L’obiettivo è promuovere un dialogo europeo costante sulla longevità e costruire una cultura politica e istituzionale che riconosca l’invecchiamento in salute come priorità collettiva. Verso un futuro di longevità sostenibile La riflessione proposta da Population Europe suggerisce una direzione chiara: considerare l’invecchiamento non come un costo, ma come una trasformazione da governare con lungimiranza, equità e innovazione. Per il programma AGE-IT, che si propone di studiare e valorizzare le dinamiche dell’invecchiamento in Italia, questo documento rappresenta un riferimento importante. L’agenda europea per l’invecchiamento in salute costituisce infatti una base condivisa su cui costruire politiche inclusive, basate su evidenze scientifiche e capaci di rafforzare la sostenibilità dei sistemi sociali e sanitari. Consulta il sito del nuovo Policy Briefing QUI

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Seminario “Le implicazioni economiche e sociali della transizione demografica in Toscana” – 17 novembre 2025, Firenze

Il 17 novembre 2025, dalle ore 9:30, si terrà a Firenze presso la Sala Esposizioni di Palazzo Strozzi Sacrati (Piazza Duomo 10) il seminario “Le implicazioni economiche e sociali della transizione demografica in Toscana”, promosso da IRPET – Istituto Regionale per la Programmazione Economica della Toscana, in collaborazione con il progetto nazionale AGE-IT – Ageing Well in an Ageing Society, finanziato dal PNRR – Missione 4 “Istruzione e Ricerca”. L’iniziativa si propone di analizzare in chiave multidisciplinare le sfide poste dai profondi mutamenti demografici in atto, con particolare attenzione alla realtà toscana: il calo della natalità, l’invecchiamento della popolazione e le trasformazioni della struttura sociale ed economica regionale. Apertura dei lavori I lavori saranno aperti da Claudio Lucifora (Università Cattolica, IRPET e Age-It) e Nicola Sciclone (IRPET), che introdurranno le sessioni e delineeranno il quadro generale delle dinamiche demografiche e delle principali implicazioni per le politiche pubbliche e il welfare regionale. Sessione 1 – Dinamiche demografiche, denatalità, invecchiamento e politiche di welfare Chair: Claudio Lucifora (Università Cattolica, IRPET e Age-It) La prima sessione approfondirà gli aspetti strutturali della denatalità, i fattori socioeconomici che influenzano le scelte familiari e occupazionali, e l’impatto delle politiche di welfare. Maria Luisa Maitino (IRPET) presenterà I risultati dell’Indagine sulla denatalità, analizzando le tendenze recenti del calo delle nascite e le differenze territoriali. Carlos J. Gil-Hernández (DISIA – Università di Firenze) illustrerà la relazione tra fecondità, condizione occupazionale e reddito, evidenziando come la precarietà lavorativa e le disparità di reddito incidano sulle scelte riproduttive. Nicola Sciclone (IRPET) discuterà l’impatto dei servizi educativi per la prima infanzia su fecondità e occupazione femminile, mostrando i legami tra politiche di conciliazione, partecipazione delle donne al mercato del lavoro e dinamiche demografiche. Sabrina Iommi (IRPET) concluderà la sessione con un intervento su Gli effetti della partecipazione culturale degli anziani su salute e benessere, mettendo in luce il ruolo delle attività culturali nella promozione dell’invecchiamento attivo e della coesione sociale. Sessione 2 – L’impatto economico della transizione demografica Chair: Nicola Sciclone (IRPET) La seconda parte del seminario sarà dedicata alle conseguenze economiche dell’invecchiamento della popolazione, con focus sulla crescita, sui consumi e sulla sostenibilità dei sistemi di welfare. Claudio Lucifora (Università Cattolica, IRPET e Age-It) aprirà la sessione con un intervento su Longevità e prospettive per la Silver economy, esaminando il potenziale di sviluppo economico connesso ai nuovi bisogni della popolazione anziana. Leonardo Ghezzi (IRPET) presenterà un’analisi su Invecchiamento della popolazione e struttura dei consumi in Toscana, evidenziando i cambiamenti nella domanda di beni e servizi indotti dalla transizione demografica. Letizia Ravagli (IRPET) proporrà un modello di copertura universale contro il rischio di non autosufficienza, volto a rafforzare la sostenibilità del sistema di assistenza a lungo termine. Silvia Duranti (IRPET) concluderà la sessione con un contributo su Gli effetti della transizione demografica su crescita economica e mismatch occupazionale, soffermandosi sull’evoluzione della forza lavoro e sulle implicazioni per le politiche formative e occupazionali. Discussione e conclusioni A seguire, interverranno rappresentanti istituzionali e del mondo accademico per discutere le implicazioni delle analisi presentate e le possibili risposte di policy: Fabrizio Colonna (Banca d’Italia), Daniele Vignoli (DISIA, Università di Firenze), Francesca Giovani (Direzione Generale Lavoro e Formazione, Regione Toscana). La registrazione integrale dell’incontro sarà disponibile sul canale YouTube di IRPET nei giorni successivi all’evento

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Seminario Finale Del Progetto Vai – Vulnerabilità Abitativa E Di Salute Degli Anziani In Italia – 17 Ottobre 2025, Ancona

Il prossimo 17 ottobre 2025, presso la Facoltà di Economia dell’Università Politecnica delle Marche (UNIVPM), si terrà il seminario di disseminazione finale del progetto di ricerca VAI – Vulnerabilità abitativa e di salute degli Anziani in Italia. L’incontro sarà un momento di confronto pubblico e scientifico, aperto a ricercatori, decisori politici, operatori sociali e cittadini interessati ai temi dell’invecchiamento e delle disuguaglianze. Il progetto VAI Finanziato nell’ambito del bando a cascata del programma nazionale AGE-IT (Ageing Well in an Ageing Society), il progetto VAI ha avuto una durata di 13 mesi (ottobre 2024 – ottobre 2025) e si è proposto di studiare le condizioni di vulnerabilità abitativa e di salute nella popolazione anziana in Italia. Coordinato dal Dipartimento di Scienze Economiche e Sociali (DiSES) dell’UNIVPM, il progetto ha coinvolto anche altri dipartimenti dell’ateneo – Disclimo e Dicea – insieme a IRES Emilia-Romagna, in un approccio fortemente interdisciplinare. L’integrazione di metodologie quantitative e qualitative ha permesso di analizzare le fragilità connesse all’abitare e alla salute, con una particolare attenzione al rapporto tra ricerca empirica e indicazioni di policy. Obiettivi e risultati L’invecchiamento della popolazione italiana pone nuove sfide sul fronte della qualità dell’abitare, dell’accessibilità ai servizi e della tutela della salute. In questo quadro, VAI ha cercato di: identificare i principali fattori di vulnerabilità che colpiscono gli anziani sul piano abitativo e sanitario; mettere in luce le disuguaglianze territoriali e socio-economiche che incidono sui percorsi di invecchiamento; proporre raccomandazioni utili per orientare politiche pubbliche più eque ed efficaci, volte a ridurre gli svantaggi e a favorire condizioni di vita dignitose in età avanzata. Il seminario di Ancona Il seminario del 17 ottobre rappresenterà l’occasione per condividere i risultati emersi con la comunità scientifica e con gli attori sociali. Interverranno i ricercatori del gruppo VAI, referenti scientifici di altri progetti collegati e stakeholder impegnati nelle politiche sociali e sanitarie. L’incontro si svolgerà in presenza presso la Facoltà di Economia dell’UNIVPM e sarà trasmesso anche online, per favorire una partecipazione più ampia. In entrambi i casi è richiesta la conferma di partecipazione scrivendo a m.arlotti@univpm.it. Informazioni utili Il programma completo del seminario e i dettagli organizzativi sono disponibili nella locandina ufficiale dell’evento.

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Healthy aging week 2025 – Fondazione Ferrero – dal 10 al 15 novembre, Alba (Cuneo)

Dal 10 al 15 novembre 2025, la Fondazione Ferrero ospiterà ad Alba la Healthy Aging Week, una settimana di incontri, conferenze e attività dedicata al tema dell’invecchiamento attivo. L’iniziativa riunirà esperti internazionali, istituzioni accademiche, società scientifiche e rappresentanti del mondo socio-sanitario per esplorare, in un’ottica interdisciplinare, le sfide e le opportunità legate alla longevità. Il programma prevede sessioni di approfondimento su temi centrali quali salute e prevenzione, innovazione tecnologica e digitale, sostenibilità ambientale, dinamiche familiari e relazioni intergenerazionali. L’obiettivo è quello di favorire un dialogo ampio tra discipline diverse, promuovendo una cultura della longevità che valorizzi le potenzialità delle persone anziane e rafforzi i legami sociali nelle comunità. La Healthy Aging Week si inserisce nel più ampio impegno della Fondazione Ferrero per lo studio e la promozione dell’invecchiamento attivo e della salute lungo tutto l’arco della vita. Attraverso iniziative come questa, la Fondazione intende contribuire alla diffusione di buone pratiche, alla sensibilizzazione pubblica e al rafforzamento della cooperazione tra ricerca scientifica, politiche sociali e realtà territoriali. L’evento rappresenta un’occasione di confronto aperto non solo per studiosi e professionisti, ma anche per decisori politici, operatori del settore e cittadini interessati a comprendere meglio le sfide di una società che invecchia. Per consultare il programma completo e le modalità di partecipazione: Fondazione Ferrero – Healthy Aging

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Nuova pubblicazione: “Accompagnare la longevità. Buone pratiche educative e formative per l’invecchiamento attivo”

È disponibile in open access sul sito di Firenze University Press il volume Accompagnare la longevità. Buone pratiche educative e formative per l’invecchiamento attivo, a cura di Vanna Boffo, Michele Bertani, Donatella Bramanti, Rabih Chattat e Laura Formenti. Il libro nasce dal lavoro del Comitato Scientifico Learning, Education and Active Ageing (LEAA), costituito all’interno del Programma di Ricerca Age-It – Ageing Well in an Ageing Society, e propone un approccio innovativo e multidisciplinare al tema della longevità. L’obiettivo del Board LEAA è sviluppare una vera e propria pedagogia dell’ageing, capace di integrare dimensioni educative, sociali, psicologiche e sanitarie. La prospettiva proposta arricchisce la nozione di invecchiamento attivo, sottolineando il ruolo strategico dell’apprendimento e della formazione permanente nel garantire autonomia, inclusione e benessere nelle diverse fasi della vita. Il volume si articola attorno a tre assi principali: il legame tra ricerca e territorio, con esperienze e riflessioni che evidenziano l’importanza delle comunità locali come laboratori di innovazione sociale; il dialogo intergenerazionale, visto come risorsa fondamentale per creare reti di sostegno reciproco e trasmissione di saperi; la raccolta e valorizzazione di buone pratiche educative e formative, che possano essere adattate a diversi contesti e contribuire a politiche più inclusive. Con un impianto sia teorico che operativo, il libro rappresenta un contributo significativo alla costruzione di una nuova cultura della longevità. L’educazione, intesa come processo continuo, viene proposta come leva centrale per affrontare le sfide poste dall’invecchiamento demografico e promuovere coesione sociale nelle comunità. Il volume è disponibile  in formato digitale sul portale Firenze University Press, a conferma della volontà di renderne accessibili i contenuti a una platea ampia di studiosi, operatori e decisori pubblici. Clicca QUI per accedere al portale 

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“Aging in Place” International Workshop – 27 e 28 ottobre – Bergamo

Il 27 e 28 ottobre 2025 l’Università degli Studi di Bergamo ospiterà, presso l’Aula Magna dell’ex Monastero di Sant’Agostino, l’International Workshop on Aging in Place, promosso dal Centre for Healthy Longevity (CHL) in collaborazione con il Partenariato Esteso Age-It. L’iniziativa si inserisce nel primo anniversario del CHL e si propone come momento di confronto internazionale sul tema dell’“Aging in Place”, ossia la possibilità per le persone anziane di continuare a vivere nella propria abitazione e nel proprio contesto sociale, mantenendo autonomia e benessere. Durante il workshop sarà presentato il progetto CASA – Condizioni Abitative in SAlute, finanziato dal PNRR Age-It. Il progetto, frutto di un approccio multidisciplinare, ha portato alla definizione di un indice di vulnerabilità abitativa, utile a valutare i rischi legati alle condizioni delle abitazioni e alla fragilità degli abitanti. Questo strumento rappresenta un passo rilevante per individuare soluzioni abitative e modelli di intervento capaci di rispondere alle esigenze di una popolazione che invecchia. Il programma prevede la partecipazione di studiosi ed esperti provenienti da Europa, Americhe e Asia, che porteranno esperienze e prospettive diverse sul tema dell’abitare in età avanzata. L’obiettivo è favorire un dialogo tra discipline – dall’architettura all’urbanistica, dalle scienze sociali alla tecnologia – per individuare politiche e strategie condivise. Con la sua dimensione internazionale, l’evento rappresenta un’opportunità per rafforzare le reti di ricerca e per discutere modelli innovativi di sostegno all’“Aging in Place”, in linea con le sfide poste dall’invecchiamento demografico e con la missione di Age-It di promuovere un invecchiamento sano e sostenibile. Scopri il programma sul sito dell’evento QUI Iscriviti all’evento QUI

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