Bridging Health, Care, and Tech Innovation in Europe’s Longevity Transition – Policy Briefing by Age-It scholars Marco Albertini, Filippo Cavallo and Antonio Cherubini
L’Europa non si trova più di fronte a un futuro in cui l’invecchiamento della popolazione è solo una previsione: è una realtà strutturale. Come osservano gli autori dello studio di Population Europe, «l’invecchiamento sta diventando non più un forecast ma una caratteristica definitoria delle nostre società». population-europe.euQuesto mutamento demografico impone di ripensare non solo i modelli di cura, ma l’intero ecosistema che connette salute, assistenza sociale e tecnologie. Lo studio mette in luce tre grandi “contraddizioni” che frenano la realizzazione del potenziale delle “società della longevità”: a) la separazione tra salute e assistenza sociale; b) il divario tra prevenzione e trattamento; c) la disconnessione tra promesse dell’innovazione tecnologica e l’effettiva accessibilità. population-europe.eu Il quadro attuale: trasformazione demografica e sistemi fragili Variabili demografiche mostrano che in molti paesi europei aumentano i nuclei familiari unipersonali, le coppie senza figli, e la mobilità geografica delle persone. Questi cambiamenti incidono profondamente su chi eroga e su chi riceve assistenza. population-europe.euLa conseguenza è che, anche ipotizzando risorse finanziarie maggiori, non ci saranno abbastanza persone disponibili a fornire assistenza se tutto rimane com’è. Lo studio avverte che i sistemi attuali — fortemente frammentati tra livelli istituzionali e logiche di policy diverse — già lasciano ampie “zone grigie” dove gli anziani finiscono per cadere. population-europe.euIn sintesi: gli strumenti esistenti sono sempre meno adatti per una società che invecchia, e la sostenibilità del sistema dipenderà non solo da incrementi di bilancio ma da cambiamenti strutturali. La promessa e il paradosso dell’integrazione tra sanità e assistenza sociale Uno dei capisaldi della proposta è l’integrazione tra servizi sanitari e sociali: un obiettivo che tiene spazio nell’agenda politica europea. Tuttavia, lo studio sottolinea che l’integrazione non è una panacea e quando progettata male può peggiorare la situazione. Ad esempio, viene richiamato il caso del sistema finlandese: dopo l’integrazione di sanità e assistenza domiciliare, ciò che è emerso è stato principalmente “home nursing” (assistenza infermieristica) mentre l’assistenza sociale vera e propria è stata assorbita in compiti medici, con il rischio di trascurare le dimensioni sociali della cura. population-europe.euUn punto critico: l’integrazione rischia di ossificarsi in una logica medico-centrica, trascurando il “prendersi cura” nel senso ampio, che include il domicilio, la comunità, la socializzazione, i contesti di vita quotidiana. Il potenziale della tecnologia: opportunità e ostacoli Lo studio evidenzia la necessità di “rafforzare l’uso della tecnologia in modo inclusivo e responsabile”. population-europe.euLa tecnologia può permettere: monitoraggio remoto, assistenza domiciliare, predictive analytics, soluzioni per l’invecchiamento attivo. Ma l’adozione su scala è fragilissima: altri studi lo confermano, segnalando che molti sistemi europei non sono costruiti per “assorbire” l’innovazione. MedTech Europe+1Tra i principali ostacoli: burocrazia, costi delle tecnologie, formazione del personale, mancanza di infrastrutture digitali mature. Deloitte United KingdomInoltre, la tecnologia rischia di ampliare le disuguaglianze se solo chi è “attrezzato” – digitalmente, socialmente, economicamente – vi accede. Lo studio lo sottolinea come paradosso: grande promessa, ma rischio di esclusione. Raccomandazioni principali dello studio Gli autori Marco Albertini, Filippo Cavallo e Antonio Cherubini, ricercatori Age-It, propongono una serie di interventi strutturali che vanno oltre la mera implementazione tecnologica o la modifica di singoli processi sanitari: Riprogettare i sistemi integrati, tenendo insieme sanità e assistenza sociale, e garantendo che il “sociale” non venga derubricato a mero compito medico. Favorire modelli centrati sulla persona, ed evitare che l’assistenza agli anziani diventi un insieme di tecnicalità sanitarie comportando la perdita delle componenti relazionali, comunitarie e quotidiane. Sostenere i caregiver, formali e informali, riconoscendo che il cambiamento demografico richiede non solo più risorse, ma organizzazione differente e supporti adeguati. Tecnologie inclusive, con politiche che garantiscano il diritto all’innovazione anche per persone “tradizionalmente escluse” dal digitale o dai sistemi di assistenza. Una visione preventiva e di lungo termine, non solo curativa e a breve orizzonte. Lo studio ribadisce che l’equilibrio tra prevenzione e trattamento è fondamentale. population-europe.eu Implicazioni per il progetto AGE-IT e la silver economy Per il progetto AGE-IT, che ha al centro i bisogni, i consumi e i servizi per over 65 in contesti territoriali italiani, lo studio offre spunti rilevanti: Serve orientarsi verso soluzioni che mettono al centro la persona e le sue relazioni — non solo l’anziano come “cliente di un servizio”. È cruciale considerare come la tecnologia possa attivare nuovi modelli di servizio (es. monitoraggio domiciliare, comunità digitali) ma al contempo come evitare che queste soluzioni restino appannaggio di pochi. Un approccio che abbracci prevenzione e promozione della salute, non solo cura delle patologie esistenti, è coerente con l’orizzonte “longevità” piuttosto che “anzianità”. Il tema dell’integrazione tra assistenza sanitaria e sociale è centrale anche per la silver economy: i servizi ai grandi anziani vanno progettati pensando alla complessità delle loro vite — isolamento, minor rete parentale, fragilità digitali, mobilità ridotta. Critiche e punti da affinare È opportuno evidenziare alcune limitazioni o punti che richiedono ulteriori approfondimenti: L’analisi resta a livello macro-europeo: le specificità nazionali (italiane, regionali, locali) possono divergere significativamente — per il contesto italiano occorre adattare le raccomandazioni. Il salto dall’innovazione tecnologica a modelli di servizio scalabili rimane infatti poco trattato nello studio: mancano esempi concreti su repliche e diffusione su larga scala. Questo tema è sottolineato anche da altre fonti: “innovazione → pilota → scala” è spesso un gap. MedTech Europe+1 Anche il tema della finanziabilità e della sostenibilità economica dei modelli “longevità” va esplorato più a fondo: come assicurare i costi nel lungo termine, come valutare il ritorno sociale ed economico dell’investimento. Serve più attenzione al divario digitale e alla capacità dei sistemi locali (in Italia e altrove) di assorbire tecnologia e integrazione, compresa la formazione del personale, le infrastrutture, e la governance. Conclusione Lo studio di Population Europe ci invita a ripensare i sistemi di cura, assistenza e tecnologia in un’ottica coerente con le “società della longevità”. Non basta aggiungere risorse né implementare tecnologie: è necessario riprogettare il modo in cui sanità, assistenza sociale e tecnologie si integrano e servono le persone in età avanzata.Per il progetto AGE-IT questo significa puntare su modelli centrati sull’utente, promuovere innovazioni che siano inclusive, favorire l’integrazione tra settori e tenere conto tanto della dimensione preventiva










