Martedì prossimo 8 ottobre, si terrà l’evento congiunto AGE-IT e INPS sul tema della Silver Economy si terrà presso l’INPS a Roma l’8 ottobre 2024. Abbiamo contattato la dott.ssa Monica Cecilia Paiella, referente scientifica per INPS nel Programma Age-It, per chiedere un aggiornamento su questo prima parte di attività svolta assieme. “Partecipare ad Age-It si sta rivelando una grande opportunità per l’Istituto, in quanto consente una contaminazione tra diversi punti di vista disciplinari ed una prospettiva di analisi diversa sulle attuali sfide” dice Monica. “L’esempio più evidente è il cambio di prospettiva sui lavoratori senior. Un tempo visto quale criticità del sistema e come una necessità di organizzare una semplice transizione al di fuori del mercato del lavoro, oggi l’invecchiamento della forza lavoro si presenta come un fenomeno articolato ricco di opportunità e significati”. Lo Spoke 6 è coordinato da Agar Brugiavini dell’Università Ca’ Foscari di Venezia che aggiunge “La partecipazione di INPS è per noi strategica. Da un lato, ci consente di lavorare fianco a fianco con un attore protagonista del settore, in grado di indirizzare la nostra attività di ricerca verso le aree che più necessitano di analisi e approfondimenti. D’altro canto, ci permette di essere vicini a chi poi, con soluzione di continuità, potrebbe applicare i risultati delle ricerche stesse nello scenario reale”.
All’interno dello Spoke, la linea di Attività “WP 1” coordinato dal Prof. Claudio Lucifora dell’Università Cattolica del Sacro Cuore studia proprio l’Empowerment degli individui anziani e dei lavoratori anziani: capitale umano e produttività.
Un tempo si tendeva ad associare l’invecchiamento della forza lavoro a situazioni di criticità, quali ad esempio la diminuzione della produttività (secondo una ipotesi per la quale le capacità fisiche e cognitive tendono a diminuire con l’età e questo potrebbe incidere sulla capacità di lavorare a ritmi intensi o con tecnologie avanzate che richiedono velocità di apprendimento); ad un aumento dei costi sanitari e previdenziali, carenza di forza lavoro giovane e obsolescenza delle competenze (questioni comunque citate anche dal recente Rapporto Draghi).
Ad oggi ci troviamo in realtà in una situazione tale per cui si cominciano ad apprezzare in maniera sempre più evidente le potenzialità dell’invecchiamento della forza lavoro. Gran parte dei lavoratori senior possiedono chiaramente una vasta esperienza e una profonda conoscenza delle dinamiche aziendali e di settore. Possono fungere da mentori per i colleghi più giovani, contribuendo alla trasmissione di competenze e know-how. Tendono a essere maggiormente fedeli alle aziende rispetto alle generazioni più giovani, contribuendo a una maggiore stabilità lavorativa e riducendo i costi legati al turnover del personale. Al netto dei luoghi comuni, sono caratterizzati da una maggiore resilienza e capacità di adattamento a situazioni difficili, avendo affrontato diverse fasi del ciclo economico e momenti di crisi durante la loro carriera. Non ultimo, molti di essi hanno sviluppato competenze trasversali, come il problem solving e le abilità interpersonali, che possono essere cruciali in ruoli di leadership o in ambiti lavorativi dove il lavoro di squadra è fondamentale.
In sintesi, nel contesto odierno in questa fase di transizione demografica è opportuno che con politiche adeguate e condizioni di lavoro flessibili, i lavoratori anziani possano essere incentivati a rimanere più a lungo nel mercato del lavoro, contribuendo a mitigare la carenza di manodopera in settori chiave. Da un punto di vista sanitario, inoltre, questo consentirebbe a molte persone di rimanere attive ed in salute più a lungo (a patto ovviamente di permanere in posizioni lavorative non logoranti ed a condizioni sostenibili) in quanto il pensionamento rappresenta spesso fattore di rischio per eventi clinici negativi.
Strategie di settore che potrebbero sostenere questi obiettivi di policy potrebbero includere soluzioni quali la riqualificazione e aggiornamento continuo delle competenze (il Board LEEA di Age-It pure su questo potrebbe dire la propria), politiche di pensionamento flessibile (che permettano ai lavoratori di ridurre gradualmente il loro carico di lavoro o di continuare a lavorare part-time anche dopo l’età pensionabile) e soprattutto ambienti di lavoro inclusivi, che siano più accoglienti per i lavoratori anziani, con politiche di conciliazione tra lavoro e vita privata, adattamenti ergonomici, e flessibilità oraria.
Sempre nell’ambito di Age-It, lo Spoke 10 è al lavoro proprio per giungere a formulazioni e strategie di policy complete a disposizione dei decisori. In particolare si segnala il gruppo di lavoro del WP5 cui partecipano tra gli altri la Prof.ssa Laura Formenti (Università di Milano Bicocca) ed il Dott. Andrea Principi (INRCA-IRCCS di Ancona).