Nei giorni 18 e 19 ottobre 2024 si è tenuto ad Ancona il convegno organizzato dalla sezione Marche-Umbria della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG), organizzato dal Prof. Antonio Cherubini, Direttore Geriatria IRCCS INRCA e Professore associato di Geriatria e Medicina interna della Università Politecnica delle Marche.
L’obiettivo è stato quello di discutere le evidenze scientifiche più recenti per il miglioramento della cura e dell’assistenza ai pazienti anziani. Si è discusso di numerosi argomenti relativi all’assistenza ed alla ricerca gerontologica e geriatrica, tra cui in particolare il programma AGE-IT, partenariato esteso finanziato dal MUR nell’ambito del PNRR, relativamente alla relazione tra cambiamento climatico ed inquinamento e salute dell’anziano, l’ageismo, cioè la discriminazione nei confronti dell’anziano, la ricerca innovativa sui biomarcatori associati a multimorbilià e fragilità nell’anziano. Partendo dal lavoro in corso nell’ambito del task 6.1 “State of the Art of the impact of Climate Change and pollution on Ageing Health and definition of research topics”, nel quale si approfondisce l’impatto dell’inquinamento e del cambiamento climatico sulla salute dell’anziano, il dott. Fabio Salvi (IRCCS INRCA, Ancona) ha tenuto una lettura dal titolo ““Cambiamento climatico ed inquinamento: impatto sulla salute dell’anziano e possibili soluzioni. Il progetto Age-it”. Il dott. Salvi ha presentato in generale il programma Age-it, dedicato alle conseguenze e sfide dell’invecchiamento e la sua articolazione in 10 Spoke, e si è in particolare focalizzato sull’attività dello Spoke 3 “Clinical and environmental factors, functional status and multimorbidity”. Questo Spoke affronta la complessità clinica e l’eterogeneità del fenotipo dei soggetti anziani. Durante la lettura del dott. Salvi, sono emersi dati allarmanti inerenti la situazione climatica e di inquinamento nel mondo e in Italia. L’Italia presenta i più alti effetti correlati alle alte temperature sulla mortalità nel contesto internazionale. Ad esempio, il caldo anomalo registrato nell’estate del 2022 in Europa ha causato un eccesso di oltre 61,672 morti di cui 18,010 avvenute in Italia, dove, con 14,821 decessi, la fascia d’età più colpita risulta quella degli over 80enni. Negli ultimi anni si è registrato un aumento del 25% dei decessi correlati al calore in Italia rispetto al periodo di riferimento 2000-2004. Il 30,6% della mortalità correlata al calore in Italia nel periodo 1991-2015 può essere attribuito al cambiamento climatico indotto dall’uomo. Inoltre, esiste un rischio concreto di una ricomparsa di agenti infettivi precedentemente endemici o dell’arrivo di malattie trasmissibili tropicali, come la Dengue, la Chikungunya o lo Zika. Il cambiamento climatico favorisce anche eventi climatici estremi, come massicce precipitazioni e inondazioni, dove ancora una volta, è la popolazione più fragile e meno autonoma ad esserne maggiormente colpita.
Cambiamento climatico e inquinamento sono strettamente interconnessi. Nel 2019, in Italia, si stima che l’inquinamento ambientale da PM 2.5 e ozono causato quasi 30000 decessi e un numero molto elevato di anni vissuti in condizioni di non ottimale salute (DALYs). Ad esserne maggiormente colpiti sono proprio gli anziani. Grazie alle politiche messe in atto per la riduzione dell’inquinamento dell’aria, l’inquinamento da PM 2.5, e quindi l’esposizione ad esso, si è ridotto, tuttavia, a causa dell’invecchiamento della popolazione italiana, la quota di popolazione suscettibile è aumentata, riducendo gli effetti positivi del minore inquinamento. Si sono poi trattate le potenziali soluzioni, come i dispositivi di allarme su cellulare per avvisare la popolazione di eventi climatici potenzialmente pericolosi, alle strategie per sopravvivere alle ondate di caldo, sempre più frequenti e pericolose per gli anziani.
Un altro intervento riguardante il progetto Age-it, è stato quello della Prof.ssa Fabiola Olivieri, prof. Ordinario dell’Università Politecnica delle Marche, Direttore Scientifico facente funzione presso l’IRCCS INRCA, Ancona e task leader del t3.1 dello Spoke 3 “Biomarkers to better characterize multimorbidity, frailty and disability phenotypes and diagnosis/prognosis”. Nella relazione sono state discusse le ricerche in atto sull’INFLAMMAGING, ovvero di quella condizione di infiammazione cronica, asintomatica e di basso grado che si verifica in assenza di infezione nell’età avanzata. Tale concetto è fondamentale per comprendere il lavoro con i biomarcatori svolto da AGE-IT. L’inflammaging può essere studiato mediante il dosaggio di biomarcatori come la proteina C reattiva ad alta sensibilità (hs-CRP), citochine, indicatori di senescenza cellulare, stress ossidativo e profilo immunitario. All’inflammaging e al declino degli organi contribuiscono fattori modificabili (es. stile di vita, dieta, fumo) e fattori non modificabili (es. genetica, sesso, età). E’ stato presentato un ulteriore lavoro svolto per il programma AGE-IT, nel quale si sono studiati i fattori di rischio associati alla sopravvivenza nei pazienti anziani con diabete di tipo 2. In questo studio, la mortalità per tutte le cause a 16 anni è stata studiata in un campione reale di pazienti diabetici anziani (età > 70 anni) afferenti alle strutture ambulatoriali dell’ospedale INRCA (Ancona, Italia). I parametri di laboratorio di routine sono stati inclusi nell’analisi. È stato applicato un approccio di apprendimento automatico per identificare la variabile più rilevante sul rischio di mortalità. È stata eseguita l’analisi dei biomarcatori sierici NfL, GDF15, FGF21 e SRAGE in 1000 campioni di plasma dallo studio REPORTAGE INRCA.
Si è infine discusso della ricerca condotta in merito agli orologi biologici, un altro aspetto molto interessante che viene estesamente valutato nell’ambito del programma AGE-IT. Dati recenti hanno dimostrato una progressione dell’invecchiamento simile ma asincrona tra organi e individui, fornendo così una base per tracciare le fonti di declino della salute in età avanzata. L’integrazione di più omiche con parametri clinici comuni tramite intelligenza artificiale ha consentito la creazione di orologi dell’invecchiamento specifici per organo, in grado di prevedere lo sviluppo di specifiche malattie legate all’età ad alta risoluzione. La peculiare traiettoria di invecchiamento individuale, denominata ageotipo, potrebbe fornire un nuovo strumento per una medicina preventiva anti-invecchiamento personalizzata. I ricercatori del task 3.1 hanno esaminato i dati relativi agli orologi dell’invecchiamento biologico e ai dati basati su omiche, suggerendo diversi tassi di invecchiamento specifici per organo. Da questa attività è derivata una pubblicazione sulla rivista Ageing Research Reviews.
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